Perchè alle zebre non viene l’ucera per paura di essere mangiate dal leone ed il leone non si deprime quando non riesce a catturare la zebra?

Quando la zebra sfugge all’attacco del leone, dopo una intensa reazione acuta di allarme/stress finalizzato alla fuga, tende a sviluppare rilassamento e gratificazione in quanto è salva. In questa seconda fase, le sostanze endogene liberate dal cervello della zebra, sono responsabili di questa chimica del piacere e della perdita del ricordo dell’accaduto. Soluzione neurobiologica vantaggiosa per far calare lo “stress” causato dalla memoria dello scampato pericolo di morte. Questo meccanismo adattativo mette però la zebra nelle condizioni di essere nuovamente preda del leone anche se la probabilità statistica di essere uccisa è nettamente a suo favore. In compenso l’assenza di stress le evita di ammalarsi di ulcera duodenale, patologia che invece può colpire un essere umano che per l’appunto non funziona esattamente come una zebra. Infatti nella nostra specie se accadono situazioni gravi che mettono a rischio la nostra incolumità fisica o reputazionale, si può strutturare una memoria di paura nota come “sindrome post traumatica da stress”. La proiezione immaginativa del dramma vissuto genera uno stato di allerta che prolungandosi attiva un’intensa e persistente risposta del Sistema Nervoso Autonomo (Sistema neurovegetativo) che è la componente del cervello che controlla il funzionamento dei visceri e degli apparati di tutto l’organismo. Un’iperattività del Sistema Neurovegetativo che dura giorni o settimane, conseguenza del continuo rimuginio mentale (pensiero ossessivo), può portare allo sviluppo di un’ulcera duodenale, ipertensione arteriosa, provocare tantissimi altri frequenti disturbi fisici come cefalea, dolore al collo, alle spalle, alla schiena, ma anche psichici come ansia depressiva, attacchi di panico o disturbi del comportamento. In questi casi i trattamenti di Neuro Ottimizzazione con REAC technology (NPO, NPPO, NPPO-CB) aiutano a gestire queste situazioni in quanto inducono una modulazione/aggiustamento della risposta vegetativa ed emozionale che ne sono la causa.

Per il leone la situazione è diversa: l’esperienza dell’insuccesso, piuttosto frequente per un predatore, mette in discussione la sua sopravvivenza favorendo la strutturazione nelle amigdale di una memoria indelebile del fallimento. Queste aree del cervello antico sottocorticali, “la via breve dello stress”, gestiscono tutte le esperienze apprese in relazione alla sopravvivenza. Un tipo di adattamento neurobiologico che consente al leone di acquisire nuove strategie di comportamento che via via diventeranno sempre più vantaggiose per la predazione. Una condizione simile in un essere umano, potrebbe permettergli di superare la frustrazione del fallimento imparando dagli errori ed attuare nuove modalità di comportamento per ottenere il risultato. Forse gli individui così detti alfa, hanno sviluppato questa efficiente abilità, in parte favoriti dalla genetica come, anche dalla capacità imitatoria dei propri punti di riferimento famigliari. L’etica degli obiettivi raggiunti può essere letta in funzione delle diverse caratteristiche individuali, influenzate da estrazioni culturali e modelli sociali di appartenenza di questi esseri umani.

I trattamenti di Neuromodulazione con REAC potrebbero essere di aiuto anche in questo senso?

Se il percorso di ottimizzazione di ciò che siamo (genetica) e che siamo diventati (epigenetica) ci conducessero ad una migliorata “capacità di interpretare il mondo”, sarebbe possibile che le nostre scelte riconoscessero maggiormente l’Etica della vita dove la soddisfazione dei propri bisogni può incontrare i valori della civiltà umana. Gli individui alfa potrebbero diventare più capaci di mettere a fuoco l’dea che è egoisticamente più conveniente ottenere risultati rispettosi della triplice dimensione del vivere, che si traduce nella semplice constatazione che ogni azione compiuta che generi un vantaggio “per me, per gli altri e per il mondo” è estremamente più conveniente. Ovviamente possibilità di ottimizzazione psico-cognitiva che REAC potrebbe risvegliare, è realizzabile solo in essere umano perchè è di fatto totalmente preclusa ad un leone che non avrà mai la possibilità di diventare vegetariano anche se lo volesse. Perciò è auspicabile che la natura umana che contiene e riconosce le sue componenti biologiche di origine animale, riesca ad abbracciare in pieno il suo potenziale evolutivo individuale e sociale grazie alla conoscenza scientifica ed umanistica ed al progresso tecnologico ormai prossimo ad un punto di svolta. Condizioni favorevoli per l’attuale civiltà umana pronta per il raggiungimento del traguardo di un più alto livello di Salute Neuro Psico Fisica relazionale. Obiettivo raggiungibile per tutto il genere Umano, che potrebbe portare ogni individuo ad incarnare al meglio il valore etico di sè stessi, degli altri e del pianeta che ci accoglie.

 

 

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