Il Radio Electric Asymmetric Conveyer (REAC) è una Piattaforma Tecnologica Elettromedicale (tecnologia brevettata e certificata, marchio registrato: www.asmed.net) che si compone di numerosi moduli di trattamento orientati verso due differenziate modalità di interazione Biologica:

1) Neuro-Modulazione/Ottimizzazione

2) Bio-Modulazione/Ottimizzazione

Nel primo caso (Neuro-Ottimizzazione) i trattamenti vengono orientati verso il Sistema Nervoso Centrale e Periferico (Sistema Nervoso Vegetativo), allo scopo di correggere le funzioni di neuro-regolazione alterate, responsabili dei disordini fisici e psichici manifestati dai soggetti in cura.

Nel secondo caso (Bio-Ottimizzazione), i trattamenti sono diretti ai tessuti biologici danneggiati o degenerati, al fine di attivare processi di bio-risanamento delle strutture (tessuti, organi o apparati) precedentemente compromesse.

Principio di funzionamento del REAC

Il REAC è un dispositivo in grado di emettere nell’ambiente circostante una frequenza radio di 5,8 GHz per Neuro-Ottimizzazione, di  2,4 GHz per Bio-Ottimizzazione (la stessa dei dispositivi wi-fi), con intensità alla sorgente di 2mv (contro i 12 mv di un apparecchio wi-fi). Questa radio-frequenza fatta interagire, ad una distanza superiore a 30 cm, con il più forte campo elettrico cellulare umano (58-60 mv), genera al suo interno una corrente indotta, senza perturbare l’equilibrio elettrico del sistema cellulare (Campo Biolettrico Endogeno e Cell-Polarity) con cui interagisce. La tecnologia REAC dispone inoltre di un dispositivo  definito Convogliatore Asimmetrico (elettrodo con funzione di antenna “ricevente”) che posizionato in contatto con la superficie corporea (manipolo puntiforme, o sonda laminare) capta (cattura, preleva) la corrente indotta “in movimento” all’interno dell’organismo, concentrando, in un impulso della durata di  250-500 ms, una corrente risultante di origine “interna” (autologa, endogena) prodotta dal funzionamento elettrochimico di ogni cellula del corpo (organsimo pluricellualre). A differenza di altri sistemi (apparecchiature elettromedicali) di modulazione/stimolazione di campo elettromagnetico del destino cellulare, il cui effetto biologico risulta essere dipendente dal tipo di frequenza ed intensità di emissione utilizzata, il REAC, in quanto dispositivo generatore e concentratore di correnti indotte di origine autologa ad intensità non perturbante, catalizza un processo terapeutico autonomo che si sviluppa, sempre e solo, nella direzione del “self-healing” (autoguarigione spontanea).

Questo aspetto del funzionamento del REAC garantisce un’efficacia terapeutica completamente naturale e l’assenza di qualsiasi effetto biologicamente nocivo, come evento collaterale avverso.

Il REAC nasce per risolvere un limite del Sistema biologico, definito:

“ADATTAMENTO DISFUNZIONALE

La Tecnologia REAC nasce storicamente nella seconda metà degli anni 80, per risolvere un problema che in ambito medico-biologico non era stato considerato con la dovuta attenzione: l’Adattamento Disfunzionale.

Qualsiasi essere vivente (vegetale, animale, umano) è sottoposto a costante influenza di Entropia (seconda legge fisica della Termodinamica). L’interferenza fisica (entropia) determina un aumento progressivo di “energia caotica” nel tempo tanto nella materia inorganica che organica e quindi in ogni sistema energetico-biologico-molecolare. Più il sistema è complesso, più il peso di questo “caos informazionale” compromette il corretto funzionamento dell’organismo vivente, costretto ad adattarsi ai continui cambiamenti ambientali allo scopo di sopravvivere. In queste condizioni, il processo adattativo si altera divenendo sempre più disfunzionale e nell’uomo, espressione della massima complessità bio-organica funzionale rispetto alle altre specie animali, il rischio di compromissione dello stato di salute fisiologica e comportamentale diviene ancora più alto.

E’ importante sottolineare che in assenza di processi di Adattamento funzionali che divengono disfunzionali a causa di entropia, in aggiunta ad ulteriori influenze potenzialmente negative provocate da altri meccanismi generati dalla modalità di apprendimento cellulare (abituazione, sensibilizzazione, condizionamento associativo), fondamentali nell’orientamento del destino cellulare in fase critica (fase pre natale ed entro i primi 18 mesi di vita del bambino), i trattamenti di Ottimizzazione con REAC non produrrebbero alcun risultato terapeutico e l’invenzione della Tecnologia REAC non avrebbe motivo di esistere.

Dunque, per capire bene a cosa serve la Tecnologia REAC e come si genera l’effetto terapeutico per mezzo dei trattamenti, è necessario capire cosa si intende per Adattamento in ambito medico-biologico e perché, secondo gli studi dei ricercatori che realizzarono il REAC, ogni processo di Adattamento si manifesta sempre in modo Disfunzionale.

Storicamente il primo medico ricercatore che introdusse in medicina il termine “Adattamento” fu Hans Selye che, all’inizio degli anni 1950, definì la “Sindrome Generale di Adattamento” (SGA) come una risposta aspecifica (generica) che l’organismo attiva per mezzo del Sistema Nervoso, in rapporto a svariati tipi di “stress ambientale”. Meccanismo biologico, “l’Adattamento”, che Selye descrisse come indispensabile per la sopravvivenza fisica (fisiologica-biologica) e comportamentale (fight or flight: combatti o fuggi) di una qualsiasi specie animale dotata di un Sistema Nervoso. Selye suddivise la SGA in tre fasi: allarme, resistenza, esaurimento. Tre fasi temporalmente sequenziali rispetto ad un evento acuto di stress biologico, di fatto contemporaneamente presenti in un organismo in continuo adattamento “su più fronti”. Il merito di Selye fu anche quello di ridefinire il termine “Stress” in ambito biologico, attraverso una descrizione dettagliata del coinvolgimento delle molecole biologiche di segnale del sistema nervoso autonomo, immunitario ed ormonale (Stress and Life, 1956), ricerche che hanno aperto la strada alla moderna Neuro-Psico-Immuno-Endocrinologia.

Si descriveranno brevemente le tre fasi ed il loro significato biologico:

  • La fase di Allarme si manifesta per mezzo di un totale coinvolgimento del Sistema Nervoso Centrale. Infatti attraverso il Sistema Nervoso Vegetativo, vengono attivate prevalentemente la struttura delle amigdale, nuclei del Sistema Limbico del cervello arcaico, specializzate nel riconoscimento del pericolo e nel generare “sensazione di paura”. La risposta di Allarme non si attiva se non è supportata dall’esperienza precedentemente appresa. Per questo fatto si ha subito un incremento dei mediatori chimici delle fasi successive (fase cronica di resistenza). Il coinvolgimento psichico che si produce come conseguenza dell’avvenuta reazione fisica (vegetativa), corrisponde ad un aumento dello stato di allerta. In questa fase si possono innescare circoli viziosi di rinforzo per condizionamento dell’esperienza memorizzata. Un semplice esempio di questo meccanismo sono gli “attacchi di panico”, o la “Sindrome post traumatica da stress” dei reduci di guerra o dei sopravvissuti alle calamità naturali.
  • La Fase di Resistenza potenzia e mantiene nel tempo la risposta vegetativa-immuno-endocrina, fino al raggiungimento della fase di…
  • Esaurimento che rappresenta il fallimento in quanto risposta inadeguata delle reazioni di adattamento “funzionale”. A questo livello si generano alterazioni permanenti Neuro-Psico-Fisico-Relazionali. Nella pratica medica, più si cerca di ostacolare questa risposta e più l’organismo cerca di by-passare “il problema” e verosimilmente, nell’economia generale dell’essere vivente “aumenta la spesa energetica per sopravvivere”. Questa ultima fase è quella in cui solitamente si manifesta un disturbo e se ne possono percepire i sintomi.

L’Adattamento pur nascendo come risposta fisiologica, dovendo rispondere alla legge di sopravvivenza, sottoposta all’enorme pressione del carico allostatico (sinonimo di stressors ambientale) si piega (adatta) rapidamente perdendo quella condizione ideale definita allostasi (allos= esterno, estraneo), termine che ha sostituito in modo corretto il concetto di omeostasi in quanto esprime meglio la capacità di mantenere la stabilità dinamica dei sistemi fisiologici nei confronti di un ambiente mutevole.

Didatticamente si suddivide l’Adattamento biologico in 4 classi:

  • Adattamento evolutivo: sono quelle condizioni biologiche trasmesse a livello genetico che si sono manifestate vantaggiose nell’interazione ambientale (es: pelle nera degli africani etc);
  • Adattamento funzionale o fisiologico: rappresenta la capacità di adeguamento ad una richiesta ambientale ma che deve essere totalmente reversibile (es: l’incremento dei volumi respiratori, poliglobulia in quota, l’aumento dell’enzima lattasi per assunzione di lattosio, zucchero del latte, o l’attivazione del sistema enzimatico citocromo ossidasi a livello epatico, in presenza di alcool o altre sostanze).
  • Adattamento disfunzionale o para-fisiologico che si potrebbe definire la condizione di salute apparente di ogni individuo in quanto è “invisibile” all’organismo. L’effetto si genera per interferenza entropica del sistema biologico (entropia: seconda legge della termodinamica che afferma il costante aumentare della condizione di caos nel tempo per qualsiasi sistema energetico molecolare esistente nell’universo fisico) e a causa della tendenza a mantenere in memoria nelle modalità di apprendimento dei Sistemi biologici (assuefazione, sensibilizzazione, condizionamento associativo) la precedente esperienza adattativa, anche quando energeticamente più dispersiva e funzionalmente meno efficiente.
  • Adattamento patologico (pato-fisiologico). La malattia diviene la nuova condizione fisiologica in quanto viene riconosciuta dal Sistema Nervoso come “normalità” e come conseguenza “difesa ad oltranza” fino a cedimento, “punto di rottura” dell’economia del sistema energetico vivente e quindi spesso “punto di non ritorno”.

La realizzazione della Tecnologia REAC nasce a seguito di questa revisione della conoscenza medico-biologica allo scopo di individuare, misurare e cercare di risolvere per la prima volta, il limite biologico dell’Adattamento Disfunzionale. Due medici ricercatori italiani (www.irf.it), negli anni 80, si dedicarono a questa ricerca originale, riuscendo ad individuare segni clinici obbiettivi sull’uomo (dismetria funzionale motoria) suggestivi di Adattamento Disfunzionale, supportati da prove di evidenza già descritte in letteratura scientifica in numerose pubblicazioni (Fluctuating Asymmetry). Forti di queste evidenze, teorizzarono che in natura non esistono processi adattativi liberi da “interferenza entropica”. Compresero che questo aspetto gioca un ruolo centrale nella formazione di disturbi e malattie acute, ma ancora di più nell’insorgenza delle patologie croniche. Giunsero alla conclusione che l’Entropia in quanto “interferenza caotica informazionale” funzioni da innesco nella generazione di meccanismi dismetrici molecolari (dis-metria: errore di misura), causati dal continuo infiltrarsi di “errori informatici” che il Sistema Biologico acquisisce durante lo scambio di miliardi di informazioni “processate” ogni secondo dall’intero organismo, per consentire l’adattamento ambientale, con particolare rilevanza critica per le cellule del Sistema Nervoso Centrale (neuroni). Infatti, come dimostrato dalle precedenti ricerche di Selye, la Sindrome Generale di Adattamento negli animali superiori, dipende interamente dal cervello che, svolgendo un ruolo centrale nel controllo strategico della sopravvivenza, costruisce al suo interno un sistema di memorie a lungo termine definito “filtro cognitivo esperienziale”. Attraverso questo “filtro” il Sistema Nervoso Centrale gestisce, per mezzo della sua componente più arcaica, costituita dal Sistema Neurovegetativo (automatico), la fine regolazione fisiologica di organi, apparati, tessuti di tutto l’organismo, attivando e controllando in ogni passaggio la risposta infiammatoria difensiva e bio-riparativa , il fuzionamento del sistema immunitario, ormonale e metabolico. Non ultimo l’atteggiamento posturale e la condizione neurosensoriale create dal Sistema Nervoso, influenzano profondamente lo stato psichico inconscio e conscio dell’essere umano, determinano il suo comportamento.

L’evidenza clinica di questi ragionamenti elaborata dai due ricercatori, ebbe una conferma quando, dopo anni di visite mediche mirate allo studio dei disordini adattativi, si evidenziò in modo obbiettivo la costante presenza, in tutti i soggetti esaminati, di dismetria funzionale (DF). segno clinico facilmente osservabile da parte di medici preparati ad individuarlo e misurarlo (semeiotica), che consiste in un movimento asimmetrico di tutti i muscoli simmetrici del corpo che a livello degli arti inferiori appare come una variazione della lunghezza di un’arto rispetto al controlaterale, variabile in base alla posizione supina e seduta del soggetto, esaminato ad arti distesi (figura A)

Figura A

Recupero completo e permanente di Dismetria Funzionale motoria (DF) dopo Ottimizzazione Neuro Posturale (NPO); invariata dopo appicazione controllo (placebo).

Figura B

Immagini di Risonanaza Magnetica Funzionale in un gruppo di soggetti (33) che eseguono un esercizio motorio ( Finger Tapping) prima e dopo un ora dall’applicazione NPO con REAC.  I soggetti dopo NPO manifestano scoparsa di DF correlata ad una ottimizzata capacità di utilizzare le aree cerbrali (zone  evidenziate in rosso) in modo più puntuale e preciso (netta riduzione delle aree rosse dopo NPO) come conseguenza di aumentata efficenza elettrometabolica dell’attività neuronale complessiva.

Lo scopo della Tecnologia REAC, quando si utilizzano trattamenti di Neuro-Ottimizzazione, ha come bersaglio biologico l’Adattamento Disfunzionale e come obbiettivo terapeutico la sua Normalizzazione: riportare il Sistema Biologico verso l’Allostasi, ovvero riavviare un processo stabile di Adattamento Funzionale. Il percorso terapeutico nel suo insieme viene chiamato “Ottimizzazione”. Attraverso i più recenti trattamenti di Bio-Ottimizzazione, si può anche intervenire sull’Adattamento Patologico, fintanto che il sistema biologico non manifesti di aver superato il punto di “non ritorno”.

Per riassumere, in tutti i casi in cui si applica il dispositivo REAC, va ben compreso che:

a) non produce un effetto terapeutico a causa dell’emissione radioelettrica generata in quanto il contatto con REAC espone al corpo segnali di origine autologa (endogeni), non esterni (esogeni);

b) i risultati  terapeutici che si ottengono sono sempre autogenerati dall’organismo sottoposto ai trattamenti, perchè avvengono attraverso un processo di rimodulazione (Ottimizzazione) della capacità innata di self-healing (auto-guarigione) compromessa a livello sistemico (Sistema Nervoso) e/o localmente nei tessuti biologici danneggiati a causa del disordine acquisito durante i vari processi adattativi che l’organismo ha dovuto attuare, per sopravvivere alle mutevoli condizioni di stress ambientale a cui è costantemente sottoposto;

c) gli effetti terapeutici che si ottengono non sono mai orientati a sopprimere la manifestazione dei sintomi in quanto agiscono nel risolvere le cause (condizione psico e fisopatologiche funzionali o strutturali) che li determinano. Ciò non significa che non sia possibile ottenere risultati apprezzabili con remissione dei sintomi anche in tempi molto brevi! Infatti quando accadono manifestazione di guarigione in tempi rapidi (self-healing) è perchè si è reso biologicamente possibile, attraverso REAC, un parziale o completato processo di risoluzione del quadro clinico alterato, rispetto alla condizione di partenza di disordine/malattia in cui si trovava il paziente prima di iniziare i trattamenti.